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Hi there, I'm the author of the textes and the photos that you'll find in this blog (unless specified differently). Please give me notice if you wish to use any of them. feminismus.und.alpinismus(at)gmail(dot)com

24.1.19

A come Amici

Io ho molti amici eterosessuali ai quali voglio molto bene e li rispetto, però non accetto l'eterosessualità come stile di vita e come moda, perché oggi sta diventando anche una moda.


23.9.18

Lost and found: On White Fragility, 07.2018

"[...] The academic and educator Robin DiAngelo has noticed that white people are sensationally, histrionically bad at discussing racism. Like waves on sand, their reactions form predictable patterns: they will insist that they “were taught to treat everyone the same,” that they are “color-blind,” that they “don’t care if you are pink, purple, or polka-dotted.” They will point to friends and family members of color, a history of civil-rights activism, or a more “salient” issue, such as class or gender. They will shout and bluster. They will cry. In 2011, DiAngelo coined the term “white fragility” to describe the disbelieving defensiveness that white people exhibit when their ideas about race and racism are challenged—and particularly when they feel implicated in white supremacy.[...]

In a new book, “White Fragility,” DiAngelo attempts to explicate the phenomenon of white people’s paper-thin skin. She argues that our largely segregated society is set up to insulate whites from racial discomfort, so that they fall to pieces at the first application of stress [...]

To be perceived as an individual, to not be associated with anything negative because of your skin color, she notes, is a privilege largely afforded to white people; although most school shooters, domestic terrorists, and rapists in the United States are white, it is rare to see a white man on the street reduced to a stereotype. Likewise, people of color often endure having their views attributed to their racial identities; the luxury of impartiality is denied them.[...]"

from "A Sociologist Examines the “White Fragility” That Prevents White Americans from Confronting Racism", by Katy Waldman

Link to the full article here: https://www.newyorker.com/books/page-turner/a-sociologist-examines-the-white-fragility-that-prevents-white-americans-from-confronting-racism?mbid=social_facebook 

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The Black Radical Tradition (PDF)

https://libcom.org/files/The%20Black%20Radical%20Tradition_0.pdf
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Witchcraft and the gay counterculture(with PDF)

Prologo di Brigitte Vasallo all’edizione spagnola di A. Evans, Brujeria y contracultura gay. (Witchcraft and the gay counterculture)

  Traduzione di Julia Prestia 

"Per poter fare una lettura decoloniale e intersezionale di Witchcraft and the gay counterculture dobbiamo, dapprima, strapparci gli occhi e il cervello, sbrogliare il labirinto di intestini esistente nelle nostre viscere, sottrarci i genitali, estirparci lo sguardo, il pensiero, le idee, le credenze, le certezze che indossiamo e, con somma attenzione e affetto, introdurli in un sacco della spazzatura e buttarli nel primo bidone disponibile.
Tornare a casa, respirare profondamente, fregarcene di tutto e di tutt* per tutto il tempo necessario. Fregarcene della spoliazione del corpo e dei godimenti, fregarcene del genere e delle sue regole, fregarcene della monogamia e delle sue meschinità, fregarcene delle gerarchie, dell’accademia, dello stato, della nazione, delle bandiere, fregarcene del mercato e delle leggi, fregarcene degli obblighi mercanteggiati, del sesso strumentalizzato, fregarcene del lavoro stipendiato.
Fregarcene degli eroi salvatori che ci hanno propinato, con le loro stronzate visionarie, fino al giorno d’oggi.
E, fatto questo, aprire il libro e de-leggere. [...]"
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"Witchcraft and the gay counterculture", di A. Evans in PDF:
https://indianaqps.noblogs.org/files/2013/10/Witchcraft-and-the-Gay-Counterculture.pdf
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22.9.18

Catarsi Rivoluzionaria del Soggetto Desiderante

"[...]Pertanto, se è vero che il neoliberismo comporta sempre una dimensione di immaginario (e di desiderio), allora l’unico strumento che abbiamo per non rimanere condannati all’impotenza è di ricercare nuovi immaginari di resistenza[13], poiché «per far nascere il desiderio di trasformare il mondo non serve altro che la potenza di un immaginario»[14]. Interrompere il circolo vizioso che intercorre tra neoliberismo e neofondamentalismo, dunque, diviene possibile solo se siamo disposti a maturare in noi stessi un’imprescindibile capacità di disidentificazione[15] o di disassoggettamento[16] dai regimi di verità consolidati, creando – attraverso una serie di atti collettivi e performativi di rifiuto/sciopero dalle istituzioni, dai generi e dal sistema economico – uno spazio autonomo che sia al contempo una comunità che si sostiene e un luogo di contro-potere. Un luogo sicuro da cui intraprendere un lavoro di teoria e prassi volto – come scrive Gianfranco Rebucini – a liberare i soggetti «dalle configurazioni egemoniche identitarie del presente» e di giungere a «una catarsi rivoluzionaria del soggetto desiderante»[17].
Questa reinvenzione delle pratiche politiche a partire da quella che Dardot e Laval chiamano la logica del comune[18], come può, tuttavia, resistere alla potenza della crisi e alla logica emergenziale del suo dispositivo? Se è indubbiamente vero che spesso dalla “crisi” può nascere la “critica”, cioè quell’«eccedenza di senso in grado di disfare il mondo» e di dar vita a «nuove forme di vivibilità»[19], c’è anche un altro aspetto da considerare e cioè che la crisi è un formidabile strumento di governo della razionalità politica neoliberale. La nozione di “crisi” ai nostri giorni ha perso infatti qualsiasi carattere di transitorietà ed è giunta ormai a indicare uno stato di incertezza permanente che si estende indefinitamente al futuro, legittimando decisioni politiche ed economiche «che di fatto privano i cittadini di qualsiasi possibilità di decisione»[20]. In nome della crisi (dei debiti sovrani) si ricattano, ad esempio, i governi democraticamente eletti – basti pensare al caso greco – ad accettare misure di austerity che trasferiscono risorse dai ceti più poveri a quelli più ricchi e che mettono all’indice chiunque cerchi di contravvenire ai programmi di flessibilizzazione del mercato del lavoro o di tagli al welfare[21]; in nome della crisi (del terrorismo) le liberal-democrazie europee proclamano continuamente nuovi “stati di eccezione” e sfruttano la paura di imminenti attentati per attuare un controllo illimitato sulla popolazione, attraverso la sospensione delle garanzie previste dalle Costituzioni[22]; in nome della crisi (di immaginario) il neoliberismo beneficia ormai di un’incondizionata legittimazione, ponendosi come l’unica e sola modalità razionale di governo dell’esistente[23] e riuscendo paradossalmente, nonostante l’ampio discredito di cui gode presso ampi strati della popolazione, a rafforzarsi sempre di più[24][...]"

da Il coraggio di essere “ideologici” – di Alberto Pinto [su Effimera.org]
Note a margine de Il genere tra neoliberismo e neofondamentalismo, a cura di Federico Zappino, ombre corte, Verona 2016
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19.8.18

A few weeks ago in Berlin I called Les Migras which is an institutional space offering free counseling and forms of group support and networking for lesbian, queer, trans* and intersex* migrants (https://lesmigras.de/english.html). I said I'm a trans person and needed some up-to-date informations related to migration and trans healthcare in Germany, specifically regarding a law that was supposed to be discussed last October which was meant to legally recognize Non-Binary people and give them access without compromise to trans healthcare.
The person on the other side of the phone offered an appointment with a white german trans woman. Then asked me if I felt comfortable with the idea of speaking with a white person, otherwise they could offer a different appointment with a non-white counselor.
This reminded me once again how crucial it was for the adult person I became to lose part of my white privilege as soon as I moved to Berlin on February, Monday 8th 2010. To suddenly become a "Southern European", a not-so-white person. To learn about the P.I.G.S. acronym that stands for Portuguese, Italians, Greeks, Spanish. To experience xenophobia and european colorism. To be denied access to housing because of the german bias against my ethnic group. To pass as a peruvian person, as a mexican person, as a turkish person, as an arabic person and feel comfortable when living in a neighborhood vastly populated by brown people, or very uncomfortable and alienated when living in mostly white german neighborhoods.
Truth is: if you were socialized as a white person you can't truly understand racism, you can't see your white privilege properly and start learning how to hold yourself accountable for it from a perspective that's decentered from whiteness, until the day you start being socialized as an immigrant of color.
In this sense, migrating - and specifically migrating to a whiter country - was and still is one among the most educational and precious experiences of my lives up until now.


This photo was taken in Rome this year on April 25th [italian 1945's Liberation Day, anniversary of the Resistance] at the end of a horror night of fight and resistance against biologistic and transmisogynistic homosexualities, blatant cis-splaining and Queerness preserving its confort in  deeply gendered power relations.
Pinocchio (with me in the photo) was a present my grandparents gave me for my first birthday. Shortly after my birthday my grandpa died. When I started to regularly show myself in public with a mustache I realized that besides looking like a peruvian person, a mexican person, a turkish person, an arabic person I also look like that dark brown skin white grandpa I have no memory and no material traces of, except for this southern european Pinocchio doll who lives with me.
  

20.2.18

"p.s: incontriamoci all'incrocio"

Favole della buona notte per lupi mannari senza sonno, capitolo 2
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5 Marzo 2018 ore 18:30, riunione di condominio, due palazzi di 10 piani x 74 appartamenti = quasi 200 persone. Roma, ex quartiere popolare, età media: Alta. Qualità delle relazioni sociali: Bassa. Tolleranza zero per le bici parcheggiate in cortile.
Annunciare all' amministratrice e all' assemblea che ho cambiato nome e spiegare perché non somiglio più a quell* che ero. Chiarire che non è una maschera di Carnevale.
Essere l'unica persona residente apertamente non etero ("la casa dei froci e delle lesbiche, magari torna Benito Mussolini e li brucia al rogo": già detto), fare coming out anche come persona trans, pronomi, genere non binario, seee ciao.
Albert Einstein: Pesci, vegano e neurodiverso (si ipotizza ADHD oppure autismo), aiutami tu.
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29.1.18

"p.s: Meet me at the intersection" / chapter 1

Bedtime stories for sleepless werewolves
(IT) Favole della buona notte per lupi mannari senza sonno

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A few years ago, before my social transition began, there was an atheist, most likely a cisgender man, that used to look at me with a languid eye in a romantic way.
We've recently met by coincidence, he looked the same, I had a moustache and a shaved head. Last time we met my appearance was vaguely in the *female* spectrum, I had a longer haircut and no obvious facial hair.
This time, as soon as the atheist man saw me, he showed all the symptomes of an inner panick attack. He said goodbye in a few moments, looked like he wanted to make me disappear from his field of view.

(IT) Un paio di anni fa, prima dell inizio della mia transizione sociale, c'era un ateo verosimilmente cisgender che mi faceva l'occhio languido.
Ci siamo incontrat* recentemente per caso, lui sempre uguale, io con i baffi e la testa rasata. L'ultima volta che ci vedemmo il mio aspetto era vagamente nello spettro *femminile*, avevo un taglio di capelli più lungo e non avevo peli evidenti sul viso.
Stavolta appena l'ateo mi ha vist* ha manifestato tutti i sintomi di un attacco di panico interiore. Mi ha liquidat* in pochi secondi che sembrava volesse farmi scomparire dal suo campo visivo. 


8.1.18

ideologia

08.01.2018, cerca con Google Italia la parola: "ideologia"

 Risultati in ordine di popolarità:
1) ideologia Gender
2) ideologia significato
3) ideologia fascista
4) ideologia sinonimo
5) ideologia comunista
6) ideologia nazista
7) ideologia tedesca
8) ideologia politica
9) ideologia marxista


11.12.17

08.12.2017

Sure I dream a world where I don't need to come out multiple times every single day as a Queer Non-Binary Trans person in the attempt of being treated accordingly. Like when I try to get basic medical care that doesn't disrespect me as much as the healthcare system did when I let it train me as a patient as if I could be nothing but a heterosexual cisgender young woman.
Sure I dream a world where I don't need to come out multiple times every single day as a Queer Non-Binary Trans person in the attempt of hooking up with people that are not transmysoginistic and queer-phobic (and be warned: you can be served transmysoginy and queer-phobia outside AND inside gay, lesbian and bisexual communities).
Fact is, in the current world avoiding the use of labels would mean trying to pass as someone I'm not and adapt myself to someone else's needs.
So I have to thank those labels and their relevance that the vast majority of multi-privileged white folks seem to be unable to understand for they probably have never experienced social and systemic exclusion and invisibilization. I thank those labels for being available to me when I meet a gynecologist, a breast specialist, a selesperson, even a hairdresser. Those labels are words of resistance that I can use to communicate myself and to better discourage those people from teaching me what they assume to be my needs and issues, desire and tastes, based on some algorithm they believe to be unavoidably related to my gender and sexual orientation, which they simply assume by the set-up of my body.
So to those who are still arguing that labels are useless, meaningless, possibly problematic, or even ridiculous when they get "too long", and to those who are also claiming that LGBPTQIA+ communities and spaces are no longer needed, or are exclusionary of some people (people that don't actually need them), or serve the only purpose of LGBPTQIAs segregation, I invite you to join me in my daily life in Rome to see the purposes those labels you roll your eyes at actually serve. And I also invite you to join me in my daily life in Berlin to see the purposes that queer and trans* communities, houses and spaces actually serve.

Reprogram, reverse and keep the riot alive my dears, any way you can.
Severin
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[photo: me today, portrayed by Daniele Manzella]

9.11.17

I have a strong sense of smell

Straight cis guys have a mixed smell of leather jackets, car keys and mainstream hormones that gives me nausea.


1.11.17

Una favola di Halloween

Nell' Italia del 2017 capita non di rado che persone Trans* e/o Non-Binarie come me non vengano servite nei negozi di abbigliamento.
Persone che chiedono di provare scarpe con il tacco di una misura che è disponibile in negozio si sentono rispondere da commesse disgustate che quelle scarpe sono "da donna" e che pertanto non possono essere vendute a chi secondo la loro percezione non lo è. In modo analogo altr* commess* rispondono con disinteresse, scortesia ed espressioni di disgusto ad altr* clienti che chiedono di provare scarpe sportive o classiche di marche note che quelle scarpe sono "da uomo" e che ad esempio il numero 38 non c'è in negozio, senza preoccuparsi di informare la persona che hanno davanti se il numero richiesto si può ordinare, o se in altre filiali è disponibile, arrivando perfino a ignorare tali richieste di informazioni da parte della persona interessata. La persona non viene riconosciuta come cliente e, mancando le condizioni necessarie per allontanarla dal negozio, le viene riservato un trattamento che con buona probabilità la indurrà ad allontanarsi da sola.
Mi ritengo fortunat* ad essere un* grand* appassionat* di abbigliamento, scarpe e accessori di seconda mano perché finora in questo settore non mi sono mai imbattut* in quel tipo di stronz* suprem* che, esercitando in malafede il loro piccolo potere, si appropriano con violenza e con disprezzo del diritto, che mai è stato loro conferito, di decidere cosa un* cliente possa o non possa acquistare e indossare sulla base del genere in cui l'addett* alla vendita percepisce questa persona.
I trigger warnings per questo #Halloween 2017 sono dunque: #transfobia #transmisoginia #binarismo #violenzadigenere #patriarcato #eteropatriarcato #invisibilizzazione ...
Buon divertimento #Italia.

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27.9.17

Roma, 27.09.2017


Era dopo la manifestazione di Non Una Di Meno dell' 8 Marzo 2017 che in sede di assemblea romana ho ascoltato una donna cisgender etero mettere in discussione con violenza la legittimità della mia presenza di persona queer non binaria transfemminista all'interno di un movimento femminista come Non Una Di Meno. Durante la stessa assemblea una serie di donne cisgender si è anche lamentata della troppa presenza di uomini alla manifestazione dell' 8 Marzo. Alcune di loro hanno inoltre riportato di aver sofferto del fatto che il corteo non fosse stato organizzato in blocchi [come il corteo nazionale del Novembre 2016 a Roma] a seconda del sesso in cui si è stat* riconosciut* alla nascita: «Primo blocco del corteo solo donne»; a seguire i gruppi Queer e Trans*, gli uomini («a patto che fossero già all'interno di percorsi femministi», ha sancito la stessa donna cis etero) e tutti gli altri intrusi del movimento.
6 mesi dopo, alla vigilia di una manifestazione NUDM dal motto: «Ve la siete cercata», mi sento emotivamente e politicamente distaccat* da questo movimento che scende in piazza per "le donne" contro la violenza "maschile", armato di mattarelli da cucina (e io che trovavo fastidiosa la scelta del colore fucsia per il corteo dell' 8 Marzo..).
Mi dispiace per que* compagn* attivist* all'interno di NUDM con cui condivido visioni e obiettivi, che come me non sono riuscit* o non hanno saputo come arginare le componenti transfobiche e queerfobiche e il desiderio di separatismo all'interno del movimento. Quello che osservo oggi è un movimento che in nome di una prioritarizzazione delle questioni non si sta facendo carico né di colmare evidenti gap generazionali e/o eperienziali al suo interno, né di contrastare le dinamiche di marginalizzazione e di esclusione delle minoranze che questi gap producono.
Se qualche compagn* Queer e Trans* riterrà ancora utile riaffermare la propria presenza e le proprie istanze all'interno di questo movimento spero che domani scenda in piazza con i mattarelli nel culo a rivendicare l'organo sessuale che ci accomuna tutt*.
§


19.9.17

Cis Privilege x23

Non-Trans Privilege or Cisgender Privilege List
This list is based on Peggy McIntosh's White Privilege: Unpacking the Invisible Knapsack.

1) Strangers don't assume they can ask me what my genitals look like and how I have sex.

2) My validity as a man/woman/human is not based upon how much surgery I've had or how well I "pass" as a non-Trans person.

3) When initiating sex with someone, I do not have to worry that they won't be able to deal with my parts or that having sex with me will cause my partner to question his or her own sexual orientation.

4) I am not excluded from events which are either explicitly or de facto* men-born-men or womenborn-women only. (*possibly anything involving nudity)

5) My politics are not questioned based on the choices I make with regard to my body.

6) I don't have to hear "So have you had THE surgery?" or "Oh, so you're REALLY a [incorrect sex or gender]?" each time I come out to someone.

7) I am not expected to constantly defend my medical decisions.

8) Strangers do not ask me what my "real name" [birth name] is and then assume that they have a right to call me by that name.

9) People do not disrespect me by using incorrect pronouns even after they've been corrected.

10) I do not have to worry that someone wants to be my friend or have sex with me in order to prove his or her "hipness" or “good”politics.

11) I do not have to worry about whether I will be able to find a safe and accessible bathroom or locker room to use.

12) When engaging in political action, I do not have to worry about the gendered repercussions of being arrested. (i.e. What will happen to me if the cops find out that my genitals do not match my gendered appearance? Will I end up in a cell with people of my own gender?)

13) I do not have to defend my right to be a part of "Queer" space or movement, and lesbian, gay, and bisexual people will not try to exclude me from our movements in order to gain political legitimacy for themselves.

14) My experience of gender (or gendered spaces) is not viewed as "baggage" by others of the gender in which I live.

15) I do not have to choose between either invisibility ("passing") or being consistently "othered" and/or tokenized based on my gender.

16) I am not told that my sexual orientation and gender identity are mutually exclusive.

17) When I go to the gym or a public pool, I can use the showers.

18) If I end up in the emergency room, I do not have to worry that my gender will keep me from receiving appropriate treatment nor will all of my medical issues be seen as a product of my gender. (eg. "Your nose is running and your throat hurts? Must be due to the hormones!")

19) My health insurance provider (or public health system) does not specifically exclude me from receiving benefits or treatments available to others because of my gender.

20) When I express my internal identities in my daily life, I am not considered "mentally ill" by the medical establishment.

21) I am not required to undergo extensive psychological evaluation in order to receive basic medical care.

22) The medical establishment does not serve as a "gatekeeper" which disallows self-determination of what happens to my body.

23) People do not use me as a scapegoat for their own unresolved gender issues.
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PDF file here:
https://new.oberlin.edu/dotAsset/2012181.pdf
 
+thanks a lot Dessi+
>>>

15.6.17

Bondage is work / Work is bondage




Photos number 7 and 8 are still-frame pictures from "Lovely Andrea" by Hito Steyerl (2007)

22.5.17

La giornata di una persona Queer non binaria

21.05.2017, Roma, Garbatella
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Vai da una sarta di 86 anni mai vista prima, le spieghi il costume che hai in mente per una performance e ti senti rispondere "con ironia": "Ma fatte un marito e una famiglia invece de fatte venì in mente 'ste cose". Le rispondi con convinzione che l'articolo marito + figli non ti interessa e che hai altro da fare, ma lei non contenta dopo una decina di minuti ripete il concetto. Tu per un attimo pensi di sganciare il pacco bomba che sei una Queer non binaria pansessuale, ma per non complicarti troppo la vita le rispondi che esistono donne a cui piacciono le donne e non i mariti, e a cui non interessano le famiglie con figli, insomma ti fingi una donna cisgender lesbica pur non essendo nessuna delle due cose (o quantomeno non solo, per quanto riguarda la seconda cosa).
Che poi per me essere una persona Queer non binaria e pansessuale è una cosa entusiasmante e potente, solo che poi c'è il resto del mondo e la faccenda si complica. Ogni giorno ci sono persone  che ti chiedono qual è il tuo "vero nome" e genitori ex-PCI ora PD che ancora si rifiutano di riconoscere la tua identità di genere, il tuo orientamento sessuale e di cominciare a chiamarti col tuo vero nome (cioè quello che hai scelto). Ci sono conoscenti di tre o quattro vite fa che continuano a chiamarti con il nome femminile a cui erano abituati, pure se glie l'hai spiegato che quella persona lì non esiste più e che ogni volta che senti quel nome ti viene una bestemmia e il mal di pancia; ogni giorno ci sono maschi conosciuti o sconosciuti che si sentono minacciati dal fatto che non ti comporti, non parli e non ti vesti come tutte le altre "donne" che conoscono; infastiditi, offesi e disgustati dal fatto che hai sia i peli sulle gambe che la minigonna, gli slip del reparto uomo e il rossetto, che fai lavori che secondo loro sono "da maschi", che preferisci una stretta di mano al bacetto e perciò reagiscono con aggressività, anche con ferocia. E poi ci sono ginecologhe e ginecologi che danno per scontato che tu sia una donna etero sessualmente attiva che ha rapporti penetrativi vagina-pene e che un giorno vorrai dei figli e quando osi affermare il contrario ti trattano come una "snaturata" o una pazza; c'è un sistema sanitario per il quale tu come soggetto non binario proprio non esisti, perché - tanto per fare un esempio - se vuoi la "top surgery" (l'intervento di mastectomia) devi necessariamente entrare in un percorso di transizione FtM cioè da femmina a maschio (perizie psichiatriche, ormoni, ecc.) e a te a quel discorso non interessa perché la tua transizione l'hai già fatta e non coincide con la concezione di un protocollo sanitario inderogabilmente binario come quello italiano.
Essere una persona Queer non binaria e pansessuale sarebbe una ficata se non fosse stato per quello stronzo - e ci scommetto che era un maschio cisgender - che un brutto giorno s'è inventato il concetto di "norma" raccontando in giro che è una cosa ganza.
Io non credo di cavarmela troppo male quando si tratta di osservare le persone. Da quello che vedo e che mi viene raccontato, molte persone che conosco non si sentono a loro agio con i ruoli stereotipici del genere che è stato assegnato loro alla nascita e con quelli stereotipicamente associati al loro orientamento sessuale. Eppure la maggioranza di queste persone continua a performare la cosiddetta norma.
Credo sia un peccato che quel grosso potenziale sovversivo venga sacrificato in nome di esistenze comunemente definite "nella norma" e spesso poco felici. [...]
§. 

26.3.17

C'è un movimento nuovo con cui salveremo l'Europa..

Una mia scelta di momenti clou del DIEM25 - "Il tempo del coraggio", Roma 25.03.2017
[Per informazioni sul progetto DIEM25 ho incluso il link al sito in fondo a questo testo] 
 **
In un Teatro Italia molto pieno di pubblico e di stampa, un'ora più tardi dell' orario previsto, la serata comincia con un uomo nero e un uomo bianco che giocano a ping pong su un tavolo microfonato [foto] mentre un musicista anch'esso maschio accompagna con sperimentazioni che non mi convincono. Superato il settimo minuto di ping pong il pubblico comincia a chiedere pietà a gran voce.
Parte Varoufakis come un testimonial di motociclette, un vero bullo che a fine serata osserverò circondato da ammiratori maschi verosimilmente etero impegnati a sbavarsi nelle mutande mentre aspettano il loro turno per ripetergli quanto è ganzo (si, è sempre quella storia della glorificazione della mascolinità, è un male che colpisce anche la Sinistra).
Prosegue una serie di interventi fra cui quello di Fratoianni che descrive la manifestazione che si è svolta a Roma nel pomeriggio come "un'impotenza". Questa sera la tensione sessuale è palpabile.
Il segretario di Rifondazione Comunista, Ferrero, dichiara di considerare il Papa un Compagno (PD, SEL, Rifondazione Comunista.. in Italia la feticizzazione della Chiesa cattolica non risparmia nessuno).
De Magistris con un maglione molto rosso (proprio come si fa con le donne di potere che si comincia parlando del vestito che portavano invece di parlare del loro lavoro o di quello che hanno detto) dicevo De Magistris, in rosso, entra a gamba tesa con un bell' intervento populista - il tripudio del pubblico.
La conduttrice Francesca Fornario, grande umorista, attribuisce erroneamente a Barbara D'Urso anziché a Paola Perego quella porcheria immonda della settimana scorsa sulle donne dell' Europa dell'est, dopodiché con l'intento di farci ridere ripropone lo stesso mix letale di razzismo e sessismo ai danni di Dziwminowicz e Radovanovic, le due "donne dell' est" intervenute al tavolo.
Forenza è l'unica a restituire una narrazione del movimento femminista transnazionale del 2016-2017, correlata di una citazione senza fare nomi di Ulrike Meinhof (messaggi in codice dedicati a poche elette) e una di Virginia Woolf (lei invece menzionata) proponendo che quest'ultima citazione venga inserita nel Manifesto di DIEM25. Terrore sul volto di Varoufakis.

Insomma proprio una "grande serata di teatro politico" come prometteva l'invito.
Per gli amanti del sadomaso il prossimo appuntamento con DIEM25 è il 25 Maggio a Berlino al
Volksbühne.

DIEM25, Roma 25.03.2017: http://www.iltempodelcoraggio.it/
§.

20.3.17

















 [...]
"I just think there is this certain assumption that when a man tells the truth it's the truth and as a woman when I go to tell the truth I feel that I have to negotiate the way I'll be perceived, I feel there's always the suspicion around the women's truth, the idea that you're exagerating." 
Kathleen Hanna
/
. 

9.3.17

From the 8 March 2017 demonstration in Rome

[thanks Ilenia Caleo for the photo]
***
*

2.3.17

[Video] "The last lesbian bars" - intersectionality as a key factor for understanding why lesbian bars are disappearing


"San Francisco, New York, Washington DC, and New Orleans are four of the biggest gay party meccas in America, yet the cities' lesbian bars keep shutting down. Why are lesbian bars dying while gay male clubs continue to thrive? Is it because of rising rent prices, the stereotype of lesbians moving in after the first date, the rise of the trans rights movement, or something more complex? Broadly host JD Samson travels across America to find the answer."

https://broadly.vice.com/en_us/video/the-last-lesbian-bars
[ running time: 25 mins ]
*

1.3.17

Verso lo sciopero dell' 8 marzo 2017

L' 8 Marzo 2017 uno sciopero femminista e transfemminista coinvolgerà le lavoratrici e i lavoratori di 55 Paesi nel mondo.
>> Per informazioni e modalità dello sciopero in Italia: https://nonunadimeno.wordpress.com/

>> Per approfondimenti in Inglese sulla piattaforma transnazionale: http://www.transnational-strike.info/

>> Per consultare la mappa di tutti i Paesi che aderiscono allo sciopero e di alcune delle città manifestanti: https://www.google.com/maps/d/viewer?ll=1.0670675927674085%2C0&z=2&mid=1AcjbqhlKK_aiB7EDwQn93zHZzBo



24.2.17

photos documenting the end of the Standing Rock protest

 "After a Trump administration executive order, the Army Corps of Engineers ordered protesters to vacate the camp by 2 p.m. local time on Feb. 22, 2017. Authorities were set to physically remove everyone in the way of the Dakota Access Pipeline's construction upon sacred Native American land.

In a symbolic gesture, the protesters set fire to their camp.[...]"

http://www.upworthy.com/these-last-moments-of-the-standing-rock-protest-will-break-your-heart?c=ufb1
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3.12.16

In memoria del compagno Fidel

Dici davvero? Ci sono commemorazioni di Fidel Castro? Ho pure visto di sfuggita un evento Facebook da qualche parte qui a Roma, a San Lorenzo. Mi piacerebbe raccontarlo alle Cubane e ai Cubani che conobbi a Berlino facendo i nostri side-job da immigrati, quelle Cubane e quei Cubani che una volta uscit* non si poteva più rientrare a Cuba. Quell* che durante le pause, quando chiedevo loro di parlarmi del regime castrista lo raccontavano a voce bassa dopo essersi guardat* alle spalle e poi mi chiedevano scusa sgranando gli occhi con la paura nella voce e la schiena rigida..
Fidel Castro non verrà commemorato da quelle Cubane e da quei Cubani né dalle famiglie che non hanno più visto quest* figli* per dieci, venti, trent'anni, né dalle persone omosessuali perseguitate ed eliminate, né da tutte le altre persone perseguitate ed eliminate, né da me che queste storie le ho solo sentite raccontare.


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24.8.16

Italia, 24.08.2016

La perseveranza con cui 60 milioni di persone insistono a voler vivere in questa terra apparentemente così accogliente, ma che ci respinge continuamente.
Anche questa volta, quando avremo finito di contare i morti, denunceremo i materiali di costruzione delle case distrutte e non ci interrogheremo sulla sicurezza delle nostre e malediremo la corruzione del sistema fallimentare radicato che regola il modo in cui per scelta, per bisogno, per abitudine o contro la nostra volontà, noi e gli altri 60 milioni occupiamo questa terra.
Una cosa alla volta comunque, oggi si contano i morti.

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[foto: repubblica.it]

20.4.16

Genova, IT - Untitled
















The photos in this session were taken on a 7-inch mobile phone.
No retouching.

Number 1,2,14 and 15 are still-frame pictures from "Lovely Andrea" by Hito Steyerl (2007) 

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